• In evidenza •

LIFESTYLE: "Unite contro la Violenza sulle Donne"

  Ogni volta che pensiamo che il sistema patriarcale e misogino non possa più stupire, prontamente ci dobbiamo ricredere, perché sembra non esserci limite alla violenza che possiamo subire. Se gli episodi di violenza brutale e manifesta colpiscono alcune, la minaccia di violenza come strumento di controllo sociale agisce su tutte, attraverso la paura costante che episodi simili possano succedere anche a noi, in qualsiasi luogo e momento. E se dovesse succedere il peggio, nessuno ci crederebbe, perché il patriarcato si concretizza e manifesta anche nelle istituzioni giudiziarie, attraverso la vittimizzazione secondaria. Le nostre foto vengono diffuse senza consenso, ci viene detto che siamo delle poco di buono, oppure che siamo troppo brutte per essere stuprate; oppure ancora che, il consenso è stato mal interpretato, che non abbiamo urlato abbastanza o la palpata era breve. Ognuna di queste sentenze, mostra chiaramente che nel sistema in cui siamo immerse, le vittime non hanno il dirit

SESSO: A 30 anni ancora single...da cosa dipende???




Single a vita o quasi…Le nuove generazioni sono affette da “sindrome del celibato”, ovvero un’insolita tendenza a rimandare i legami sessuali e affettivi ben oltre i 30 anni. 
Le ricerche effettuate negli ultimi anni sui giovani adulti  italiani evidenziano un trend al negativo in fatto di relazioni: non ci si innamora. La stessa cosa sta succedendo ai Millennials americani, che secondo i dati riportati dall’Atlantic fanno molto meno sesso rispetto ai baby boomers, calo riscontrato anche in alcuni Paesi europei. Questo crescente disinteresse ha a che fare solo a metà con la spinosa questione dei figli, che incide soprattutto sulle donne lavoratrici. E in questo è sempre il Giappone che detta la “tendenza”. Un giorno finiremo per disamorarci anche noi? Meno interessati al sesso. O forse solo più insicuri, stressati e diffidenti: così l’amore e la vita di coppia perdono appeal.

Una mancanza di stabilità che si accompagna a richieste molto pesanti da parte delle aziende, che spesso non lasciano abbastanza spazio per costruirsi una vita sociale fuori dall’ufficio. 

Le donne hanno un motivo in più per svicolare dai fidanzamenti troppo precoci: il “maternity harassment”, ovvero la predisposizione delle donne incinte a subire pressioni da famiglia e colleghi perché si ritirino e si dedichino alla famiglia. Le donne sono incoraggiate a laurearsi e a trovare un impiego, ma ci si aspetta che una volta sistemate assumano il più consono ruolo di casalinghe. Non solo il lavoro domestico è ancora largamente a carico della donna, ma è spesso incompatibile con l’etica del lavoro giapponese, che dopo l’assunzione richiede una totale dedizione all’azienda.





Più che una rinuncia al sesso, sembra che sia in atto una rivolta contro le aspettative sociali. La ricaduta sul sesso è dovuta al fatto che uomini e donne si sentono instradati su due binari paralleli, che non hanno motivo di incontrarsi. Forse meno ore di lavoro e una divisione più equa dei compiti di cura potrebbero riaccendere la voglia di romanticismo, messa da parte per guadagnare più libertà.




Chiara Del Vecchio

Commenti